ΠΡΟΣ ΕΒΡΑΙΟΥΣ LETTERA AGLI EBREI (1-13) |
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1,1-4: Esordio 1,5 -2,18: Ruolo di Cristo nel piano di Dio 1,5-14: Esposizione: il Figlio di Dio è superiore agli angeli 2,1-4: Esortazione: dovere di riconoscere la sua autorità 2,5-18: Esposizione: solidarietà con gli uomini 2,17: Preannunzi: “per diventare sommo sacerdote misericordioso (B) e degno di fede (A)” 3,1 - 5,10: Cristo sommo sacerdote 3,1-4,14: (A) Degno di fede 3,1-6: Esposizione: Gesù superiore a Mosè 3,7-4,14: Esortazione: invito ad entrare nel riposo di Dio 4,15-5,10: (B) Misericordioso 4,15-16: Esortazione: otterremo misericordia 5,1-10: Esposizione: ha condiviso la nostra miseria 5,9-10: Preannunzi: “Reso perfetto (B), divenne causa di salvezza eterna (C)… proclamato da Dio sommo sacerdote (A)” 5,11 - 10,39: Il sacerdozio e il sacrificio di Cristo 5,12-6,20: Esortazione: invito all'attenzione e alla generosità 7,1-10,18: Esposizione: Cristo sommo sacerdote dei beni futuri 7,1-28: (A) Gesù sommo sacerdote alla maniera di Melchisedek *8,1-9,28: (B) Reso perfetto dal suo sacrificio 8,1-6: c. culto antico terrestre e prefigurativo 8,7-13: b. la prima alleanza imperfetta e provvisoria 9,1-10: a. le antiche istituzioni inefficaci **9,11-14: a'. le nuove istituzioni rese efficaci da Cristo 9,15-23: b'. la nuova alleanza capace di operare la purificazione 9,24-28: c'. il nuovo culto che apre l'accesso al santuario celeste 10,1-18: (C) Causa di salvezza eterna 10,19-39: Esortazione: invito alla fedeltà e all'impegno 10,36.38: Preannunzi. “Avete solo bisogno di perseveranza (B)… il mio giusto vivrà per fede (A)” 11,1 - 12,13: La fede perseverante 11,1-40: Esposizione: la fede degli antichi 12,1-13: Esortazione: invito ad imitare Cristo nella perseveranza 12,13: Preannunzio: “Raddrizzate le vie storte” 12,14 - 13,19: la vie diritte 12,14-29: Esposizione: rapporto con le realtà celesti 13,1-6: Esortazione: direttive di vita cristiana 13,7-19: Esposizione: la vera comunità 13,20-25: Postscritto * Introduzione a questa sezione: Κεφάλαιον δὲ ἐπὶ τοῖς λεγομένοις, τοιοῦτον… ** Centro della sezione: Χριστὸς δὲ παραγενόμενος ἀρχιερεὺς τῶν γενομένων ἀγαθῶν… εἰσῆλθεν ἐφάπαξ εἰς τὰ ἅγια.
Procedimenti letterari: Ø preannunzio del tema successivo: ἐλεήμων γένηται καὶ πιστὸς ἀρχιερεὺς (2,17) ripresa in 3,1 e 4,15; Ø parola gancio (mot-crochet): stessa parola messa alla fine di un brano e all'inizio del brano successivo; Ø concentrazione terminologica: stesso vocabolo ripetuto più volte nel brano (cfr. a;ggeloi in 1,5-2,18); Ø variazione del genere letterario: brani di carattere dottrinale alternati a brani parenetici; Ø inclusione: inizio e fine di un brano con la stessa formula (cfr. 1,5 e 1,13); Ø parallelismo: una stessa idea espressa in due frasi parallele simili tra loro; Ø simmetria: brani che si richiamano verbalmente e contenutisticamente (cfr. 5,11-10,39: c-b-a-a'-b'-c'). Genere: il postscritto non basta a farla considerare una lettera; l'esordio non è un prescritto; non ci si presenta nell'atto di scrivere; non ci sono accenni a destinatari lontani; mancano allusioni a scambi di notizie con lettere o visitatori (apusia-parusia epistolare). Più che un trattato teologico-apologetico, essa è un sermone inviato per iscritto a una particolare comunità con un biglietto di accompagnamento. E' l'esempio più antico di omelia cristiana. Ambiente di origine: Ø La maggior parte degli studiosi ritiene che l'autore si rivolga a cristiani convertiti dal giudaismo (sacerdoti ebrei diventati cristiani?). Ø Per via della somiglianza con i mss. di Qumran, alcuni pensano a cristiani provenienti dal movimento esseno. Ma per Qumran: Messia ® Aronne, per Ebrei: Messia ® Melchisedek; i metodi esegetici sono diversi. Ø Secondo alcuni: l'autore ha attinto dal giudaismo ellenistico di stampo sapienziale: cita AT dai LXX; spiritualizzazione del culto; metodi di composizione simili a Sapienza; visione spaziale-verticale della salvezza (cfr. idealismo platonico e Filone). Ø Secondo altri: punti di contatto con il movimento gnostico. Ma al massimo si può parlare di pre-gnosticismo. Ø In conclusione: non si tratta di giudeo-cristiani che riuscivano a conciliare cristianesimo e pratica della legge (At 2,46), ma di giudei che, fattisi cristiani e avendo rotto con la comunità giudaica, stanno ritornando ai riti espiatori giudaici, cosa che li allontana dalla fiducia nel potere salvifico di Cristo. Attribuzione: Non di Paolo: assente l'espressione evn Cristw/| (14 volte solo in Rm); Paolo introduce la Scrittura con kaqw.j ge,graptai, mentre Eb. con le,gei; il termine i`ereu.j è assente in Paolo; centralità del sacerdozio di Cristo assente in Paolo; i primi predicatori cristiani appartengono alla generazione precedente (2,3; 13,7). Secondo alcuni Eb. fa parte della “scuola paolina”; obbedienza di Cristo al Padre (Fil 2,8; Eb 5,8), efficacia espiatrice della sua morte e resurrezione (Rm 3,25; Eb 2,17), intercessione di Cristo in favore dei credenti (Rm 8,34; Eb 7,25), critica nei confronti della legge (Gal 3,1; Rm 1,17; Eb 10,38). Secondo altri no, perché questi temi erano patrimonio comune della fede cristiana: la concezione dualistica che vede nelle realtà terrene l'ombra di quelle celesti è estranea a Paolo, la giustificazione per fede è estranea ad Eb., la problematica cultuale è estranea a Paolo. Autore: Clemente Romano, Luca, Barnaba, diacono Filippo, l'autore di Giuda, Sila, Priscilla, Aquila e Apollo (molti propendono per quest'ultimo a causa della sua origine giudeo-alessandrina). Data e luogo di composizione: L'espressione oi` avpo. th/j VItali,aj (13,24b) indica o che è stata scritta a Roma o in altra città città e poi inviata a Roma (ipotesi più probabile: Clemente Romano è il primo a citarla). Data: tra il 75 e il 90 (Clem. Rom. scrive ai Corinzi verso il 95-96; l'accenno alle sofferenze della comunità [10,32-34] presuppone la persecuzione del 60). |
© Luciano Zappella