ΙΑΚΩΒΟΥ LETTERA DI GIACOMO (1-5) |
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1,1: Prescritto 1,2-18: Costanza e fedeltà nelle prove 1,2-4: Dalla prova della fede alla perfezione 1,5-8: La preghiera fiduciosa per la sapienza 1,9-11: La gloria del povero e del ricco 1,12-15: La tentazione non viene da Dio 1,16-18: Dio è invece fonte di ogni bene salvifico 1,19 - 2,26: Ascolto e attuazione della parola 1,19-27: Dall'ascolto della parola alla sua attuazione 2,1-13: Legge dell'amore e attenzione per i poveri 2,14-26: La giustificazione mediante la fede e le opere 3,1 -4,12: Sapienza celeste e sapienza terrena 3,1-12: Il pericolo della lingua 3,13-18: La vera e la falsa sapienza 4,1-12: Una scelta radicale: Dio o il mondo 4,13 - 5,20: Orientamenti di vita comunitaria 4,13-5,6: Contro i progetti arroganti dei ricchi 5,7-11: La paziente attesa della parusia 5,12-20: Esortazione finali
Genere: Notevole qualità letteraria, ricchezza di lessico (63 termini che non compaiono nel NT), semitismi, moduli della diatriba (Seneca ed Epitteto). Più che una lettera è un trattato morale con finalità parenetiche (halakah cristiana è stata definita). Ambiente di origine: Le somiglianze con la parenesi giudaica e l'assenza di una riflessione esplicita sulla persona di Cristo fanno pensare che lo scritto sia sorto in ambiente cristiano ancora molto vicino alla sinagoga, anche se immerso nel mondo greco. Autore e data: Nel prescritto si presenta come Ἰάκωβος θεοῦ καὶ κυρίου Ἰησοῦ Χριστοῦ δοῦλος; nel NT ci sono tre Giacomi: Giacomo di Zebedeo giustiziato da Erode Antipa nel 44 (At 12,2); Giacomo di Alfeo (Mc 3,18); Giacomo “fratello del Signore”: Giuseppe Flavio, Antichità 20,200 dice che fu lapidato da Anania II nel 62; Eusebio, HE 2,1,2, che fu il primo vescovo di Gerusalemme. Secondo la tradizione è quest'ultimo l'autore; in questo caso la data sarebbe non il 62. La maggior parte degli studioso vedono nella lettera uno scritto pseudoepigrafico: l'autore sarebbe un anonimo giudeo-cristiano dotato di una discreta cultura ellenistica e buon conoscitore dell'AT nella versione dei LXX; in questo caso la data di composizione sarebbe verso la fine del I sec.. Destinatari: Lo scritto è indirizzato ταῖς δώδεκα φυλαῖς ταῖς ἐν τῇ διασπορᾷ: si tratterebbe della Chiesa o, meglio, dei cristiani provenienti dal giudaismo. La lettera è stata inviata a una o più comunità di origine giudaica localizzate in Palestina o in Siria o in Egitto.
Tratto da A. Sacchi, Lettere paoline e altre lettere, (LOGOS, Corso di studi biblici 6), LDC, Leumann 1996 |
© Luciano Zappella