EUANGHELION: IL GENERE LETTERARIO DEI VANGELI

di Luciano Zappella

 

La domanda di fondo è la seguente: dal punto di vista del genere letterario i vangeli rappresentano un unicum oppure si rifanno a generi già presenti nelle letteratura greco-ellenistica?

Prima di rispondere alla domanda, è opportuno precisare che in origine il termine τὸ εὐαγγέλιον (tò euanghélion) non indica né il genere letterario né il libro, ma unicamente il messaggio contenuto nella «buona notizia». Usato già nella versione dei LXX (cfr. Isaia 40,9; 52,7; 60,6; 61,1), il termine è di uso comune in Paolo per indicare il contenuto della sua predicazione (Galati 1,11: τὸ εὐαγγέλιον τὸ εὐαγγελισθὲν ὑπ’ ἐμοῦ ὅτι οὐκ ἔστιν κατὰ ἄνθρωπον; cfr. anche 1Corinzi 15,1; Romani 1,1.9). Da questo punto di vista, quando Marco inizia il suo vangelo dicendo «Inizio del vangelo di Gesù Cristo» (Ἀρχὴ τοῦ εὐαγγελίου Ἰησοῦ Χριστοῦ) non si riferisce non al contenitore (il libro o il genere letterario) ma al contenuto (l’annuncio del Cristo).

Soltanto con la Didaké («Correggetevi l’un l’altro… come leggete nel vangelo», XV,3) e con la Lettera dello Pseudo-Clemente («Dice il Signore nel vangelo», VIII,5) il termine indica il libro. Il primo a usare il termine al plurale (i vangeli) è Giustino Martire (Apologia I,66,3).

Anche quando il termine indica il libro, si usa sempre la dizione εὐαγγέλιον κατὰ Μαθθαῖον (Μᾶρκον… ) ad indicare che l’importante non è l’autore (e quindi il libro), ma il contenuto.

 

Tornando ora alla domanda iniziale, bisogna tener presente questo fatto: dal momento che un genere letterario è funzionale al contenuto che trasmette e dal momento che la narrazione evangelica è caratterizzata da un contenuto del tutto nuovo (la fede in Gesù, crocifisso e risorto, il Cristo-Messia), è evidente che non è possibile stabilire con precisione quale sia il genere specifico dei Vangeli. L’unica cosa che si può dire con certezza è che l’intento non è letterario, ma teologico. I vari tentativi che sono stati compiuti dagli studiosi hanno condotto a quattro possibilità.

 

1. Rielaborazione di biografie profetiche: anonimato del redattore, dimensione teologica, prospettiva edificante.

2. Aretalogie: narrazione di fatti soprannaturali inserite in un contesto biografico (cfr. soprattutto Marco e Giovanni).

3. Cristologia sottoforma di narrazione: in questo caso, il precedente più prossimo sarebbe il romanzo greco ellenistico, con la differenza fondamentale che prevale la scelta teologica rispetto a quella narrativa.

4. Biografia: i vangeli avrebbero tratti in comuni con le biografie di uomini illustri (un messaggio incarnato storicamente).