2. Inventario dei manoscritti

 
 

Il corpus dei manoscritti copre un ventaglio assai ampio. Tra i più importanti manoscritti segnaliamo:

a) i sette rotoli trovati nella Grotta 1 nel 1947. Contengono la maggior parte dei propri della “Comunità e dell’Unità” che testimoniano di una spiritualità dualista molto profonda. Ad essi bisogna associare alcuni frammenti del Documento di Damasco, già noto prima della scoperta, e il famoso Rotolo del Tempio.

b) Sono stati trovati quasi duecento manoscritti di libri della Bibbia ebraica, molti dei quali in diversi esemplari. Tranne il libro di Ester, vi sono rappresentati tutti i libri biblici. Per apprezzare questa scoperta in tutto il suo valore, bisogna ricordare che, prima di questa scoperta, i più antichi manoscritti della Bibbia ebraica erano alcuni frammenti trovati nella Ghenizah de Il Cairo (VIII-IX sec. d.C.) e il codice di Aleppo, trovato in una sinagoga sefardita di Aleppo (929 d.C.). I manoscritti del Mar Morto sono quindi anteriori di più di mille anni rispetto ai più antichi testimoni conosciuti fino ad allora.

c) Sono stati trovati diversi apocrifi e pseudoepigrafi, alcuni già noti (il Libro dei Giubilei, quello di Enoch, ecc.), altri no (per esempio, l’Apocrifo della Genesi). La presenza a Qumrân di questi testi fornisce una conferma dell’origine essena del Libro dei Giubilei e di quello di Enoch. Bisogna anche segnalare che sono stati trovati dei frammenti aramaici ed ebraici del libro di Tobia, fino ad allora conosciuto solo nella sua versione greca. Niente di equivalente invece per il libro di Giuditta.

d) Un gruppo di testi particolarmente interessanti è costituito dai commenti (Pesharim) di libri profetici e sapienziali canonici (Abacuc, Nahum, Salmi). Tutti questi commenti hanno un carattere nettamente settario: applicano le profezie dell’Antico Testamento ai tempi presenti o, perlomeno, al passato e al futuro prossimi, un po’ come i moderni fondamentalisti.

e) Infine, si è scoperto un insieme di testi che trattano di magia, divinazione, fisiognomica. Si è scoperto un “Brontologion”, cioè un trattato che prescrive il modo di comportarsi in caso di colpo di tuono, come pure dei filatteri coperti da una meravigliosa scrittura microscopica.

f) Nel corpus non si trova invece nessun testo del Nuovo Testamento.

g) Da ricordare infine il Rotolo di Cuoio, del tutto atipico, che fornisce una lista di tesori nascosti con indicazioni dei luoghi del loro nascondiglio.

L’estrema eterogeneità di questi manoscritti e del loro contenuto hanno fatto sorgere dei dubbi circa la loro origine comune e sulla loro appartenenza ad una stessa comunità. Alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi che i manoscritti provengano dalla biblioteca del Tempio di Gerusalemme, messa al riparo nella grotte prima dell’arrivo dei Romani nel 70.

 

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