3. I manoscritti del TeNaK

I più importanti manoscritti della Bibbia ebraica sono quattro codici su pergamena preparati dai Masoreti:
- C: Codex Cairensis (o dei Profeti), proveniente dalla sinagoga del Cairo, scritto nell’896 da Moshe ben Asher.
- B (Ms Or 4445): codice del Pentateuco, conservato al British Museum.
- A: Codex Aleppensis, scritto da Aaron ben Moshe ben Asher verso il 910 (altri critici posticipano verso il 925).
- L (B 19a) Codex Leningradensis : codice di tutta la Bibbia ebraica, conservato a San Pietroburgo e datato al 1008.
 
1. Il Codex Leningradensis (L)
A differenza del testo del Nuovo Testamento, per il quale si dispone di numerose edizioni critiche, il testo della Bibbia ebraica deriva da un solo manoscritto, il Codex Leningradensis (L). Proveniente da Odessa, esso è il più antico manoscritto contenete l’intera Bibbia ebraica nella lingua originale: 1008 d.C. È attualmente conservato nella Biblioteca Nazionale Russa di San Pietroburgo (ex Leningrado, da cui il nome) e catalogato con la sigla Firkovich B 19 A.
Come altri codici, anche il Codice di Leningrado appartiene alla famosa scuola dei masoreti della famiglia Ben Asher, operanti nella città galilaica di Tiberiade (per questo si parla di tradizione masoretica tiberiense). Venne copiato da Samuel Ben Yakov da un manoscritto originale del caposcuola masoreta Aaron Ben Asher.
La sua interezza e autorevolezza spiegano perché sia stato adottato dalla Biblia Hebraica edita da Rudolf Kittel (BHK) e ripreso anche dalla successiva edizione critica della Biblia Hebraica Stuttgartensia (BHS), edita da K. Elliger e da W. Rudolph.
 
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Copertina del Codex Leningradensis
Il testo del Codex Leningradensis è online all’indirizzo: www.tanach.us/Tanach.xml
Per altre immagini del Codice vedi www.usc.edu/dept/LAS/wsrp/educational_site
 
 
2. Il Codex Aleppensis (A)
Pur essendo il più antico manoscritto del Testo Masoretico (fine del IX sec. d.C. e in ogni caso non dopo il 910), il codice di Aleppo è privo della Torah (comincia con l’ultima parola di Deuteronomio 28,17) e dei libri di Qoelet, Lamentazioni, Ester, Daniele, Esdra e Neemia: degli originari di 487 fogli sono rimasti 295. Come il Leningrtadensis, anche il codice di Aleppo è stato vocalizzato da Aaron Ben Asher, della scuola masoretica tiberiense.
Sappiamo per certo che il grande Maimonide ha consultato questo codice mentre si trovava al Cairo. Dalla fine del 1300, venne custodito ad Aleppo (Siria). Nel 1960 Izhak Ben-Zvi informa la comunità scientifica che il codice era stato salvato dai pogrom del 1947 e che si trovava in mani sicure. Attualmente è conservato all’Israel Museum di Gerusalemme. Se ne può vedere una riproduzione fotografica in facsimile in: Moshe H. Goshen-Gottstein (ed.), The Aleppo Codex, Hebrew University Bible Project, Jerusalem 1976.
 
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Pagina del codice di Aleppo (Isaia 1,1)
Per leggere il codice si vada su www.aleppocodex.org
 
 
3. Il Codex Cairensis (C)
Il Codex Cairensis (o Codex Prophetarum Cairensis, o Codice del Cairo dei Profeti) è il più antico manoscritto ebraico contenente il testo completo dei Profeti anteriori e posteriori. In un colofone originale autografo, Moshé ben Asher lo presenta come copiato da lui medesimo nel 896. Di proprietà della comunità ebraica caraita di Gerusalemme, dopo essere asportato durante la crociata del 1099, è attualmente in possesso della comunità caraita del Cairo, dove è attualmente conservato.
 
4. Il Codex N
Proveniente da Yezd in Iran, contiene i profeti posteriori ed è probabilmente del IX sec. Oggi è conservato allo Jewish Theological Seminary di New York; il codice è mutilato e annerito da un reattivo chimico.
 
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Pagina del codice del Cairo
5. Il Codex B
Detto anche Ms Or 4445, contiene testi che vanno dal foglio 29a (Gn 39,20) al foglio 159b (Dt 1,33); conservato alla British Library, non è stato ancora pubblicato.
 
6. Il Codex D
Chiamato anche Pentateuco di Damasco, perché acquistato a Damasco nel 1915. È ben conservato e presenta il Pentateuco a partire da Gn 9,26 con una lacuna da Es 18,1 a 18,23. Oggi i 229 fogli del manoscritto sono proprietà dello Jewish National and University Librarydi Gerusalemme. Gli studiosi lo datano tra il 900 e il 1000 e il suo luogo d’origine è la Palestina o l’Egitto.
 

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