2. Il Codex Aleppensis (A)
Pur essendo il più antico manoscritto del Testo Masoretico (fine del IX sec. d.C. e in ogni caso non dopo il 910), il codice di Aleppo è privo della Torah (comincia con l’ultima parola di Deuteronomio 28,17) e dei libri di Qoelet, Lamentazioni, Ester, Daniele, Esdra e Neemia: degli originari di 487 fogli sono rimasti 295. Come il Leningrtadensis, anche il codice di Aleppo è stato vocalizzato da Aaron Ben Asher, della scuola masoretica tiberiense.
Sappiamo per certo che il grande Maimonide ha consultato questo codice mentre si trovava al Cairo. Dalla fine del 1300, venne custodito ad Aleppo (Siria). Nel 1960 Izhak Ben-Zvi informa la comunità scientifica che il codice era stato salvato dai pogrom del 1947 e che si trovava in mani sicure. Attualmente è conservato all’Israel Museum di Gerusalemme. Se ne può vedere una riproduzione fotografica in facsimile in: Moshe H. Goshen-Gottstein (ed.), The Aleppo Codex, Hebrew University Bible Project, Jerusalem 1976.
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Pagina del codice di Aleppo (Isaia 1,1)
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