Maiuscola onciale

Nella Prefazione alla sua traduzione del libro di Giobbe, Girolamo afferma: «Habeant qui volunt veteres libros, vel in membranis purpureis auro argentoque descriptos, vel uncialibus ut vulgo aiunt litteris onera magis exarata quam codices» (Ci sono coloro che vogliono libri antichi, fatti di pergamena rossa e con lettere in oro e in argento, cioè in onciale, come viene chiamato correntemente, che sono più dei fardelli scritti che dei libri).
Il termine deriva dal latino uncialis (di un dodicesimo). Sono state fatte varie ipotesi sul suo significato. Potrebbe essere riferito a dei caratteri grandi un dodicesimo di piede, meno di un pollice; oppure può riferirsi alla dimensione occupata dalla riga sul manoscritto (1/12); oppure ancora potrebbe indicare il costo o il peso del materiale necessario a miniare una lettera in oro o in oro ed argento.
Questo è un esempio di scrittura onciale: si notino le lettere maiuscole e la scriptio continua. Sulla destra una riproduzione del Codex Sinaiticus.
http://www.bicudi.net/materiali/testo_nt/uncial.png
http://www.bicudi.net/materiali/testo_nt/sinaiticus.jpg
In questa tabella vengono riportate le lettere onciali maiuscole così come compaiono nella Stele di Rosetta e nei principali manoscritti onciali del Nuovo Testamento.
 
Codex purpureus Rossanensis
Conservato nel Museo Diocesano di Rossano (Reggio Calabria), il Codex purpureus Rossanensis risale al VI sec. Si tratta di un codice in pergamena color porpora (purpureus), composto di 188 fogli contenenti il testo greco dei vangeli di Matteo e Marco (Luca e Giovanni sono andati perduti). Le lettere sono onciali maiuscole e sono accompagnate da 14 tavole miniate con scene evangeliche.

http://www.bicudi.net/materiali/testo_nt/rossanensis.jpg

torna