3. I metodi sincronici: analisi strutturale

Fase a:  individuare e delimitare un testo parziale

Precedente ad ogni ulteriore analisi, quando l'esegesi riguardi un testo parziale e non un testo nella sua totalità, è la delimitazione del testo.

Il testo parziale viene delimitato per mezzo dei medesimi divisori che si impiegano nell'analisi strutturale.

I metodi dell'analisi strutturale vengono, in altri termini, applicati per individuare, nell'ambito di un testo più ampio, un testo parziale che può essere un'unità "narrativa", se abbiamo a che fare con un testo narrativo, o un'unità "tematica", se abbiamo a che fare un testo "non -narrativo" (poetico, argomentativo, parenetico, …).

Sul testo parziale, così individuato e delimitato, si applicherà da capo l'analisi strutturale partendo dalle fasi di suddivisione e di segmentazione del testo stesso.

 

Fase b: suddividere e segmentare un testo parziale

L'analisi strutturale è un metodo sincronico che si prefigge di individuare i diversi livelli di strutturazione di un testo parziale.

 

Piccola premessa terminologica

Ciò che la maggior parte degli esegeti definisce analisi strutturale è definita dallo Stenger (op. cit.) “critica delle forme”, il che può, ma non deve, ingenerare confusione con la “critica delle forme” che abbiamo compreso, secondo la concezione tradizionale, nei metodi diacronici. Per quella che veniva chiamata tradizionalmente critica delle forme lo Stenger propone la definizione di “critica dei generi letterari”

Non si tratta di cambiare nome alle cose per capriccio: la definizione analisi strutturale appare, a questo autore, non adeguata a cogliere la realtà che vuole descrivere. Lo Stenger ritiene, infatti, che il testo vada inteso come un corpo che è formato dalla coesistenza di strutture diverse: si pensi al corpo umano che è formato da diversi livelli strutturali: lo scheletro, l'apparato muscolare, l'apparato circolatorio, il sistema nervoso, quello linfatico e così via.

La “forma” è, dunque, il risultato della concomitanza di tutti i livelli strutturali, mentre la definizione di struttura va riferita ad ognuno dei singoli livelli o piani strutturali.

Indichiamo, a titolo d'esempio, alcuni livelli di struttura:

testi narrativi:

m         tempo

m         spazio

m         personaggi

 

testi non narrativi (poetici, retorici, argomentativi):

m         parallelismus membrorum

m         discorso metaforico

m         rima

m         metro poetico

m         figure retoriche

m         argomentazione

m         meta-argomentazione

 

Naturalmente, non tutti i livelli di strutturazione di un testo hanno la medesima importanza e non tutti i livelli di strutturazione sono presenti significativamente in un testo: «fra i diversi livelli strutturali di un testo, spesso uno è determinante oppure gerarchicamente, dà il tono a tutto il testo». (Stenger, op. cit.).

 

Avendo reso giustizia alle ragioni dello Stenger, ragioni delle quali terremo conto, possiamo, ora, continuare a chiamare "analisi strutturale" il metodo che si propone di individuare la struttura di un testo.

 

Suddivisione del testo parziale

L'analisi della struttura di un testo richiede, come fase preliminare, che essa sia messa in evidenza. Fase preliminare ad ogni analisi strutturale è la suddivisione del testo.

I testi biblici sono già suddivisi in capitoli e versetti[1], ma la rete di coordinate che si ottiene con la suddivisione tradizionale divide il testo in modo talvolta arbitrario e non è, del resto, abbastanza stretta da consentire un lavoro preciso.

Occorre perciò trascrivere il testo dividendolo in righe, andando a capo dopo ogni frase, principale o secondaria: la presenza di un verbo in forma finita o di senso finito ci permette di individuare ogni frase o proposizione. Per ogni riga, accanto al numero del versetto, si aggiungerà una lettera indicandola progressivamente con a, b, c. …

I criteri di suddivisione non sono, sempre, del tutto condivisi, la pratica aiuta a formulare criteri coerenti e funzionali.

 

Segmentazione del testo parziale

Superata la fase preparatoria di suddivisione si passa alla segmentazione del testo; si tratta cioè di riconoscere ed individuare le parti, fra loro connesse, che formano il testo oggetto della nostra analisi. Per ottenere l'evidenza della struttura occorre individuare i cosiddetti divisori del testo.

 

I divisori di testo

Distinguiamo, per comodità di trattazione, i divisori del testo fra narrativi e non narrativi.

 

I divisori in testi narrativi[2]

Nei testi narrativi sono di particolare importanza, quali divisori del testo:

m         indicatori di divisione del tempo (indicano la divisione /scansione del “tempo raccontato”)

m         indicatori di rappresentazione dello spazio (indicano i diversi luoghi del racconto)

m         personaggi: entrata / uscita dalla scena dei personaggi

m         introduzioni al discorso

m         meta–narrazione (commenti / precisazioni)

m         transizioni redazionali / sommari / riepiloghi

 

Esempi di divisori in testi narrativi

Indicatori di divisione del tempo e di rappresentazione dello spazio: Marco 1:35 Poi, la mattina, mentre era ancora notte, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo deserto…

 

entrata / uscita dalla scena di personaggi: Marco 1:40 Venne a lui un lebbroso… Marco 2:12 Il paralitico si alzò subito, prese il suo lettuccio e se ne andò via in presenza di tutti…

 

Meta–narrazione: intendiamo, con questo termine, l’intervento dell’autore o di un redattore successivo che inserisce un riferimento al racconto con la funzione di commentare o precisare un particolare aspetto del racconto stesso: Giovanni 21:21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e di lui che sarà?» 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t'importa? Tu, seguimi». Segue la meta–narrazione: Giovanni 21:23 Per questo motivo si sparse tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto; Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t'importa?»

 

Transizione redazionale: Marco 2:1 Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo in Capernaum…

 

Sommario: Marco 1:39 E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e cacciando demòni…

Riepilogo: Marco 1:32 Poi, fattosi sera, quando il sole fu tramontato, gli condussero tutti i malati e gli indemoniati… 34 Egli ne guarì molti che soffrivano di diverse malattie, e scacciò molti demòni e non permetteva loro di parlare, perché lo conoscevano.

 

I divisori in testi non narrativi (poetici, retorici, argomentativi)

Nei testi non narrativi (poetici, retorici, argomentativi) sono di particolare importanza:

m         parallelismus membrorum (antitetico / sintetico)

m         figure retoriche

m         rima, metro poetico

m         argomentazione

m         meta-argomentazione (commenti e formule di citazione)

m         soprascritte, riepiloghi, sommari

m         lessico / linguaggio

 

Nella struttura si possono evidenziare diversi gradi di definizione come avviene per la rappresentazione in scala di una porzione di superficie terrestre in una carta geografica o in una mappa.

Se la scala è alta i particolari sono meno definiti e abbiamo un punto di vista generale, più ampio; quanto più la scale è bassa tanto meglio vengono evidenziati i particolari, anche i più minuti. Generalmente si tende ad individuare una "macrostruttura" e una "microstruttura", talora può essere necessario considerare un livello intermedio che definiamo "mesostruttura".


 

[1] L ‘odierna suddivisione in capitoli risale a Stephen Langton (morto nel 1228), nel 1440 il Rabbino lsaac Nathan divide in versetti la Bibbia ebraica (Antico Testamento), la suddivisione in versetti del Nuovo Testamento risale all'opera di Robert Stephanus (metà del XVI secolo).

[2] L’analisi strutturale di un testo narrativo prende, sostanzialmente in considerazione gli stessi elementi dell’analisi narrativa. Nell'analisi strutturale, tuttavia, lo scopo è evidenziare la struttura del testo, nell'analisi narrativa la prospettiva è quella della narrazione.

 
 
     
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