Per approfondire si consiglia la lettura di Raffaele Simone, Fondamenti di linguistica, Laterza, Bari-Roma 1990, cui questo paragrafo è debitore.

 

 
 

5. Analisi semantica

Per semantica si intende, in senso generale, lo studio del significato. Il termine fu coniato dal linguista francese Michel Breal, ma la sua prospettiva[1]  ebbe scarso seguito.

In ambito linguistico l'attenzione è rivolta al significato delle parole; si possono individuare due prospettive:

m la semantica storica studia il mutare del significato nel corso della storia evolutiva di una lingua (prospettiva diacronica). Un esempio, nel campo dell'esegesi biblica è l'uso del termine greco doxa (nel greco attico significava “opinione”, “conoscenza non approfondita”; nel greco ellenistico della LXX e del Nuovo Testamento fu esteso a tradurre il significato del termine ebraico qabod “gloria”, “splendore” (in particolare riferito a Dio)

m la semantica strutturale studia il significato come sistema di relazioni (prospettiva sincronica)

 

Approfondiamo questa seconda prospettiva. Le relazioni tra le parole si svolgono lungo due linee o assi:

 -  asse paradigmatico[2] è il magazzino di memoria non ordinato (virtualmente tutte le parole di una lingua) dal quale il parlante seleziona le parole che compongono l'enunciato

m individua il significato di una parola all'interno della lingua (o sistema o codice)

 

-  asse sintagmatico[3] su di esso si dispongono le parole a formare l'enunciato

m individua il significato di una parola all'interno dell'enunciato in questione

Nel testo questi due assi si incontrano.

 

Denotazione e connotazione

Consideriamo i due enunciati seguenti:

 

a) Boby è un vero cane

b Il tenore è un vero cane

Se nel primo enunciato (a) cane significa mammifero della famiglia dei canidi, ecc, nel secondo (b) il significato è quello di "persona che fa molto male il proprio lavoro"

Siamo di fronte ad un significato "primario" e ad uno "spostato"

m per il primo si parla di significato denotativo o denotazione

m nel secondo caso di siguificato connotativo o connotazione

 

Talora il significato spostato si ottiene mediante un processo metaforico, ma non sempre pensiamo alla parola capo e ai suoi molteplici significati che si possono comunque ricondurre a quello "originario" di testa; per la parola cane non sembra esserci alcuna relazione metaforica immediatamente riconoscibile .

 

Principi di ordinamento

Il lessico di una lingua, l'insieme di tutte le parole che la compongono, non è costituito da un insieme di parole isolate, ma è organizzato in base ad alcuni principi di ordinamento o relazioni semantiche.

gradazione

iponomia

iperonimia

sinonimia

antonimia

complementarità

simmetria

 

Famiglie semantiche

Alcune parole, in una lingua, condividono il medesimo ambito di significato e possono formare un insieme ovvero una famiglia semantica. Un esempio è costituito dalle terminologie: repertorio di termini tecnici e specifici; si pensi ad esempio alla terminologia dell’esegesi, della chimica, a quella del calcio, del basket, della vela …

 

Il criterio di formazione delle famiglie può essere:

m paradigmatico: formare una famiglia semantica paradigmatica ossia che comprende le parole

o       appartenenti alla stessa categoria grammaticale

o       con la medesima funzione sintattica

che si riferiscono allo stesso ambito semantico (ad es. vedere, guardare, osservare, scorgere).

Abbiamo, in questa famiglia, solamente verbi che si riferiscono al medesimo ambito semantico quello del vedere; i componenti di questa famiglia possono svolgere, data la categoria grammaticale cui appartengono, solo la funzione di predicato in un enunciato.[4]

 

m sintagmatico: per formare una famiglia semantica sintagmatica ossia che comprende le parole

o       di qualsiasi categoria grammaticale

o       con qualsiasi funzione sintattica

che si riferiscono allo stesso ambito semantico.

(ad es. cieco, vista, evidente, guardare, osservare, visibilmente,…)

Abbiamo, in questa famiglia, sostantivi, aggettivi e verbi che si riferiscono al medesimo ambito semantico quello del vedere; i componenti di questa famiglia possono svolgere, ciascuno in relazione alla categoria grammaticale cui appartengono, le diverse funzioni sintattiche: soggetto, oggetto, predicato, attributo per formare l’enunciato.

 

Un esempio di enunciato semplice:

 

famiglia sintagmatica delle parole relative all’ambito semantico vedere

famiglia paradigmatica

sostantivi

relativi all’ambito semantico

 vedere

¯

famiglia paradigmatica

verbi

 relativi all’ambito semantico

vedere

¯

categoria grammaticale: sostantivo

categoria grammaticale: verbo

funzione sintattica: soggetto

funzione sintattica: predicato

“Il cieco

non vede

à asse sintagmatico (enunciato)

 

Per campo semantico o dominio semantico, in senso specifico e tecnico[5] si intende una famiglia semantica paradigmatica cioè un insieme di parole che si riferiscono allo stesso ambito di significato, appartengono alla medesima categoria grammaticale e svolgono la medesima funzione sintattica: che occupano, in altri termini, lo stesso posto nell’enunciato.

Un esempio di campo semantico o dominio semantico, in senso specifico e tecnico, può essere il seguente: libro, giornale, fascicolo, documento, … La parola “leggere” che pure determina e definisce il campo o dominio semantico in questione non ne fa parte poiché è un verbo e non un sostantivo, fa parte, invece, insieme a libro, giornale, fascicolo, documento, … di una (ovviamente più ampia) famiglia semantica sintagmatica.

Per ambito semantico intendiamo una famiglia semantica sintagmatica cioè un insieme di parole che si riferiscono allo stesso ambito di significato, appartengono a categorie grammaticali diverse, svolgono diverse funzioni sintattiche: che occupano, in altri termini, posti diversi nell’enunciato.

 

Una parola può appartenere contemporaneamente ad ambiti o a campi semantici diversi. L'analisi semantica, unita, anzi intrecciata strettamente, all'analisi strutturale e all'analisi narrativa permette di perfezionare il nostro repertorio di strumenti esegetici.

Per quanto riguarda l'applicazione dell'analisi semantica all'esegesi biblica applicheremo preferibilmente la nozione di ambito semantico ed, eventualmente, quella di campo semantico.

m Un ambito semantico, o di significato, riassumendo, è definito in riferimento ad un'idea generale e comprende l'insieme delle parole che, nel testo, sono riconducibili per significato a tale idea generale.

L'ambito semantico costituito dalle parole riconducibili all'idea di vedere comprende pertanto: sostantivi, aggettivi, verbi, avverbi.

m Un campo semantico, o di significato, è definito in riferimento ad un'idea generale e comprende, invece, solo le parole che, nel testo, sono riconducibili per significato all'idea generale e appartengono alla stessa categoria grammaticale:

Il campo semantico costituito dalle parole riconducibili all'idea di vedere comprende pertanto o solo i sostantivi o solo i verbi o solo gli aggettivi o solo gli avverbi.

Per il carattere stesso della letteratura narrativa, che dà conto di uno svolgersi di eventi, è importante che l'analisi semantica tenga conto delle trasformazioni che avvengono nei diversi ambiti di significato.

Poiché sono i verbi il motore della narrazione è evidente che particolare attenzione deve essere posta nell’analisi delle trasformazioni del campo semantico costituito dai verbi. 

 

Sono interessanti, a questo proposito, i concetti individuati sopra:

gradazione

iponomia

iperonimia

sinonimia

antonimia

complementarità

simmetria

 

Approfondiamone il significato.

m gradazione: alcune parole possono essere disposte in scala per indicare la presenza di una proprietà dal grado minimo al massimo: ad es: microscopico piccolissimo piccolo medio grande grandissimo enorme. Non tutti i gradi della scala sono necessariamente coperti, possono esserci delle lacune.

m iponimia: una parola A è iponima di una parola B quando il significato di A è compreso in B: A balena è iponimo di B animale

m iperonimia: una parola A è iperonima di una parola B quando il significato di B è compreso in A: A veicolo è iperonimo di B automobile

m sinonimia: una parola A ed una parola B sono sinonime quando hanno lo stesso significato; in effetti una sinonimia totale è rarissima: prendere e pigliare sono sinonimi ma il primo termine è più formale il secondo meno formale. In generale si riscontra una quasi -sinonimia.

m antonimia: una parola A ed una parola B sono antonime quando hanno significato opposto: ad es.: buono –cattivo

m complementarità: una parola A ed una parola B sono complementari quando si presentano in coppia: ad es. vivo -morto; la complementarietà può essere parziale: ad es. sposato- scapolo / sposato -divorziato / sposato -vedovo. Vi sono parole capaci di ricoprire due significati complementari: ad es. si accomodi! significa tanto "entri!" che "esca!".

m simmetria: una parola A ed una parola B sono simmetriche quando dall'enunciato che contiene A si può ottenere sostituendo A con B un nuovo enunciato speculare (simmetrico) al primo altrettanto vero: ad es. Tizio è suocero di Caio ß à Caio è genero di Tizio. Vi sono parole capaci di esprimere due significati simmetrici: ad es. affittare.

 

[1] Michel Breal (1832- 1915) Essai de semantique (1897): L'autore cerca di motivare l'articolazione della lingua e le sue trasformazioni a partire dai bisogni espressivi umani: l'intelligenza popolare persegue lo scopo dell'espressione efficace delle idee.

[2] Definizione introdotta dal linguista danese L. Hjemslev.

[3] Definizione di de Saussure.

[4] Ci riferiamo al verbo coniugato con modo tempo e persona; si consideri che l’infinito del verbo (detto nomen actionis ovvero nome dell’azione) essendo una forma nominale si usa più come sostantivo che come verbo.

[5] Talvolta nell’analisi semantica di un testo biblico il testo viene impiegato, più genericamente, ad indicare non solo una famiglia semantica paradigmatica, ma anche una famiglia semantica sintagmatica o come sinonimo di ambito di significato.

 
     
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