To ears of flesh and blood (Hamlet 1.5.22). Note sul rapporto tra Shakespeare e la Bibbia

 
http://www.bicudi.net/percorsi/shakespeare.jpg
 
di Alessandro Perduca
 
[© per gentile concessione di Parola & parole, anno V, giugno 2007,
numero 9, pp. 33-49]
 
a sinistra, l'unico ritratto di Shakespeare quando era ancora in vita,
 
1. Introduzione
L'analisi del rapporto fra testo biblico e opera shakespeariana rap­presenta, specie a favore di un pubblico di non specialisti, un ostacolo arduo e insidioso. Indipendentemente dalla sterminata mole di materiale critico e testuale, difficilmente appannaggio di un singolo studioso (argomento che potrebbe apparire facile e retorica excusatio), stabilire dei criteri filologici di confronto testuale, tracciare una griglia erme­neutica di comprensione nella quale inquadrare la lettura del testo si configura di fatto come un vero e proprio percorso su "campo minato".
Partiremmo allora da alcune domande, all'apparenza banali, che il tema stesso di questo intervento pare suggerire: la Bibbia può essere considerata una "fonte" letteraria per i testi shakespeariani? In che misura e in quale contesto Shakespeare leggeva e conosceva la Bibbia? In quale versione?
Procederemo, poi, stabiliti alcuni punti fermi sempre supportati dagli sviluppi più recenti della ricerca, fornendo un esempio di lettura dalla quale far emergere il rapporto fecondo di questa complessa inter­testualità.
 
Continua in allegato…

 

AttachmentSize
A. Perduca, Note sul rapporto tra Shakespeare e la Bibbia179.17 KB