Bibbia e letteratuta italiana del Novecento: spunti per la didattica

 
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di Gian Gabriele Vertova
 
 

Rintracciare consapevoli influssi biblici sugli scrittori italiani del Novecento sembra, e probabilmente è, arduo e complicato. È convinzione diffusa, difficilmente contestabile, che in Italia, a differenza che nei paesi protestanti o nelle comunità ebraiche dove la Bibbia ha accompagnato per secoli il processo di alfabetizzazione, abbia pesato la diffidenza cattolica dopo il Concilio di Trento nei confronti della lettura diretta dei testi scritturistici. Non c’è dubbio che nella Letteratura Italiana del XX secolo non compare un’opera come il ciclo Giuseppe e i suoi fratelli di Thomas Mann, che Primo Levi giudica sia «il più alto frutto letterario di questo secolo», sottolineando come non sia altro «che lo svolgimento dei capitoli 25-30 del libro della Genesi», e non ci sono autori come Thomas Stearns Eliot o William Faulkner (che ha ri-scritto in Assalonne, Assalonne la storia di violenze fraterne e di stupri del II libro di Samuele).

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G.G. Vertova, Bibbia e letteratura italiana del Novecento178.7 KB